P. B. Shelley
Tormentato dai creditori, di salute cagionevole e “detestato dalla
società”, Shelley si stabilì, nell’estate del 1818, definitivamente
all’estero, in Italia. La sfortuna lo perseguitava: la figlia Clara morì
a Venezia, il figlio William a Roma e Mary ebbe un esaurimento
nervoso; ciò nonostante i dodici mesi, a partire dall’estate del 1819,
videro la migliore e più varia produzione poetica di Shelley.
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Egli terminò il Prometeo Liberato, scrisse "Ode al Vento dell’Ovest",
"La Maschera dell’Anarchia",
il componimento satirico "Peter Bell Il
Terzo", le sue lunghe odi
politiche, "Alla Libertà" e "A Napoli",
la "Lettera a Maria Gisbourne"
e "La Strega di Atlante". Molte
delle sue opere furono ispirate dalle notizie sugli eventi politici che ispirarono anche numerosi poemetti collerici di propaganda, tra i quali figurano "Canzone agli Uomini d’Inghilterra" e "Inghilterra 1819". Compose anche vari pezzi di lirica pura tra i quali "All’Allodola" e "Alla Nuvola".